Fino a qualche anno fa, quando si era in terza elementare, la maestra per spiegare un ecosistema usava l’esempio dello stagno, descrivendolo come un sistema chiuso, dove gli esseri viventi che si trovavano a vivere lì, erano legati da una relazione di causa effetto semplice.
La conclusione, che veniva offerta agli studenti, era che lo stagno o gli elementi che vi abitavano, a causa dell’inquinamento o di altri elementi di disturbo, avrebbero potuto essere sostituiti da elementi più forti o adattabili. Raramente però questo fatto veniva messo in relazione con il destino di altri ecosistemi.
Negli ultimi anni la scienza ha sviluppato una nuova idea della vita, vista come una rete, una ragnatela di relazioni tra tutte le componenti di un organismo e tra gli elementi di ecosistemi differenti. La vita quindi intesa come il risultato sfaccettato di fattori e processi, spesso interconnessi tra loro.
Senza addentrarsi nella complessità dell’analisi biologica, si può cogliere un’analogia utile per comprendere meglio quello che stiamo vivendo. Il Covid 19 ha dimostrato, nei fatti, che l’uomo è uno degli elementi dell’ecosistema Terra e come tale è soggetto ai suoi mutamenti anche in maniera repentina e tangibile. L’uomo ha bisogno di riscoprirsi parte dell’ecosistema Terra. Arrivare a questa consapevolezza è il primo passo per rivedere certe correnti di pensiero: lo sfruttamento indiscriminato delle risorse come se fossero illimitate e la competizione come valore assoluto.
A questo proposito colpiscono le parole dell’astronauta Luca Parmitano che, di ritorno dalla missione dell’ISS, ha ricordato che dallo spazio si avvertono i profondi cambiamenti che sta subendo il pianeta. “La vita – ha osservato Luca Parmitano – continuerà ben oltre i danni che stiamo facendo, l’Universo è predisposto per la vita, la vita è perfettamente allineata con i principi della fisica, quindi continuerà ad esserci ma non è detto che in futuro ci sia l’uomo in questo sistema, se vogliamo preservare l’uomo è il momento di agire. È un problema che ci riguarda molto, molto da vicino”
L’uomo per accettare e contrastare gli effetti dei cambiamenti drammatici che sta vivendo, deve intraprendere la strada che raramente ha tentato: la collaborazione tra i suoi simili e con gli altri elementi del sistema.
Proprio mentre si cerca di stimare e sistemare i danni che il Covid 19 ha creato al sistema, in molti si chiedono come agire da adesso in poi.
Un esempio concreto di collaborazione ce lo regala sempre Luca Parmitano: descrivere il lavoro dell’ISS e di come lo Spazio da luogo di competizione, come lo era durante la guerra fredda, sia diventato territorio di cooperazione internazionale, perché nel corso del tempo si è compreso che le agenzie nazionali, lavorando insieme, riuscivano a raggiungere risultati utili a tutti, altrimenti inimmaginabili, producendo un sapere scientifico, tecnologico, di fruizione libera (open source) e d’ispirazione per tutti.
lo Spazio da luogo di competizione, come lo era durante la guerra fredda, si è trasformato in un territorio di cooperazione internazionale; nel corso del tempo si è compreso che le agenzie nazionali, lavorando insieme, riuscivano a raggiungere risultati utili a tutti, altrimenti inimmaginabili, producendo un sapere scientifico, tecnologico, di fruizione libera (open source) e d’ispirazione per tutti.
Collaborazione e cooperazione possono essere la chiave di volta per superare uno scenario complesso come quello post Covid 19: insieme si può accettare che il sistema sia cambiato e si possono trovare soluzioni condivise ai problemi economici e sociali che si stanno vivendo. Per riuscire a collaborare, gli altri vanno conosciuti e ascoltati perché solo così diventano una risorsa. Collaborando in modo autentico si è apprezzati per quello che si è, oltre che per quello che si fa. La collaborazione consente di vedere i risultati moltiplicati, perché dove manca l’energia di uno, arriva quella degli altri. Collaborare comporta un certo impegno, ma solo chi lo affronta può prendere parte a grandi imprese.
Considerando che le aziende, le famiglie, le scuole, le città possono essere vissute come piccoli ecosistemi, è importante comprendere che ognuno di noi ha il dovere di fare qualcosa di realmente concreto, anche nelle piccole scelte quotidiane.